"l' Arte è l'anfetamina del vivere
quotidiano" G. Saccomano





venerdì 14 agosto 2015


CREATIVE COMICS

La factory di ALTERNATIVE STUDIO,
quelli del camaleonte che sputa fuoco



ALTERNATIVE STUDIO  è stato un gruppo di autori indipendenti che perseguivano i propri obiettivi artistici, contro lo strapotere e l’oligopolio delle solite major e dei “paludati” del fumetto e dell'arte.


 
 
 
 
Gianpaolo Saccomano e Roberto Cavallo, sceneggiatori, incontrandosi hanno capito di avere obiettivi comuni e nel 2006 hanno fondato questa factory.

Così hanno formato un gruppo di creativi indipendenti, desiderosi di interagire con tutte le altre espressioni della creatività: dall’arte allo spettacolo, dal cinema alla musica.  Come potete vedere da questo video-portfolio  http://www.youtube.com/watch?v=6J4HT_97fmI  una parte consistente dell’attività dello Studio è stata dedicata al fumetto e all’illustrazione.  Ma non sono mancate la promozione grafica e la visualizzazione nel settore musicale e narrativo.

Nel portfolio  http://www.youtube.com/watch?v=6J4HT_97fmI potete vedere opere (in ordine consecutivo)  dei seguenti artisti, su jingle musicale di Marco Allevi:

Roberto ELIA, Antonio FACCHINO, Antonio QUAGLIATA,  Cristiana FUMAGALLI, Davide LAUGELLI, Dos, Guglielmo  CASTELLI, Roberto PIERE, Giovanni VENTRE, Fabio D’AURIA,  Mirco MASELLI, Paolo PERUZZO, Simone GRILLO, Iacopo PESENTI, Martina TAURO, Francesco PUGNI, Roberto  CAVALLO.
 
Notevoli sono state le produzioni grafiche, tra le quali segnaliamo le strip “UFFA, ‘STI UFO” e “A taste of GENESIS”,  le short stories di OLD GRINGO, le vignette per Punkreas e Caparezza. Progetti che sono tutti confluiti nella pubblicazione de “L’ITALIA S’E’ DESTA- 53 matite per l’Unità d’Italia” volume di vignette umoristiche a firma dei più noti vignettisti italiani, curato da Gianpaolo  Saccomano e Roberto Cavallo, per i tipi di Greco&Greco Editori.
 
Con la sezione visual-art di Alternative Studio,  Saccomano e Cavallo hanno anche collaborato alla story-board per il pluripremiato film “COVER BOY” di Carmine Amoroso e hanno diretto alcuni servizi video-giornalistici e un cortometraggio drammatico/noir intitolato «MALO MOMENTO » che ha incontrato notevole successo di pubblico e che potete vedere a questo link https://www.youtube.com/watch?v=MrkyW4efxBw  .



ALTERNATIVE STUDIO ha interrotto l’attività di creazione grafica nel 2010 poiché molti dei suoi autori sono confluiti in 7Hart, società milanese di comunicazione multimediale. La sezione video di Alternative ha però continuato l’attività di produzione, realizzando nel 2013 il mediometraggio “NON SI CAPISCE IL PERCHE’”, commedia esistenziale diretta da Cavallo e Saccomano, con la collaborazione di Damiano Urso.
 
 
 

domenica 9 agosto 2015

i miei scrittori

L'OBLIO DI PIER CARPI
di Gianpaolo Saccomano
 
Pier Carpi, morto il 26 giugno 2000, era nato a Scandiano (RE) il 16 gennaio del 1940 e, oltre che un importante giornalista, è stato anche scrittore, sceneggiatore e regista cinematografico di un certo rilievo (tra l'altro molto conosciuto anche all'estero). Un artista "a tutto tondo", insomma: il suo è sempre stato un talento, oltre che indubbio, anche un po' scomodo, o sarebbe meglio dire poco "allineato", poco "malleabile", soprattutto negli anni Settanta, quando l'anticonformismo era più facile sbandierarlo che praticarlo.




Del resto Pier Carpi qualche sgambetto ideologico lo aveva già subito quando, nel 1975, con il suo film Povero Cristo era stato selezionato per la Mostra di Venezia e poi meticolosamente fatto sparire, perché a qualcuno una pellicola incentrata sulla ricerca di Cristo, soprattutto da parte delle giovani generazioni, dava parecchio fastidio. E sì che il suo precedente poema Il Vangelo di Maria, con la sua straordinaria interpretazione della Rivelazione, aveva ottenuto elogi e giudizi positivi proprio dall'ambiente clericale e perfino dal Papa. Cosa verificatasi anche per il successivo Le profezie di Papa Giovanni, saggio controverso e decisamente più commerciale, che fu dapprima accolto con diffidenza e ostracismo e divenne poi un grosso successo editoriale (ben supportato dal riconoscimento - in un certo senso "ufficiale" - delle capacità profetiche del Beato Papa con un Angelus dell'allora Pontefice Paolo VI).
 

Anche la sua attività in ambito teatrale (che pur gli valse un premio Nuova Espressione per il Teatro) è stata piuttosto controversa e criticata, soprattutto per le sue commedie Il Papa in vacanza e Mandrake a Dallas, mentre l'unico suo dramma, L'abbraccio, è stato poi rappresentato e ben accolto anche al festival dei Due Mondi di Spoleto.
 
In ambito fumettistico, di Pier Carpi è certo che la sua vena creativa ha spaziato in generi e personaggi completamente diversi tra loro e le sue collaborazioni hanno avuto riscontro internazionale, riuscendo a mantenersi sempre ad un livello molto elevato; anche quando si trattava di sceneggiare storie per personaggi seriali e molto schematizzati. In particolare, il suo esordio fumettistico avviene nel 1963 quando realizza alcune storie per Topolino. Nell'anno successivo, Pier carpi si affianca alle sorelle Giussani e scrive soggetti per Diabolik. Sempre di quel periodo sono le numerose sceneggiature per Superman e Batman della DC Comics, edite da Mondadori, e realizzate anche da autori italiani.
Ma è il sodalizio editoriale con le sorelle Giussani, e di rimando con l'editore Gino Sansoni, quello che permetterà a Pier Carpi di pubblicare il meglio della sua produzione fumettistica originale; traguardo che viene raggiunto mediante una sorta di escalation artistico-creativa nella quale creazioni come Zakimort, la "Diabolik in gonnella", e il "lungocrinito" Teddy Bob, rappresentano il suo primo vero successo autoriale.

Zakimort fu pubblicata per 91 numeri a partire dall'agosto del 1965 (cui seguirono le 24 storie de "Le straordinarie avventure di Zakimort - Occhio segreto"). E' un eroina del "nero per adulti" creata proprio da Pier carpi e sviluppata graficamente da Giorgio Montorio.

 
Di Teddy Bob possiamo dire che raggiunse addirittura i 154 numeri (di cui gli ultimi 15 in un nuovo formato e con caratteristiche più sexy), fu anch'esso elaborato graficamente da Giorgio Montorio (che si era ispirato alla fisionomia di Prince Valiant) e disegnato, in seguito, anche da Pietro Gamba, con Gino Marchesi e Luigi Dauro. Le avventure beat di Teddy Bob e della sua gang non sono certo il capolavoro di Pier Carpi, perchè la loro serialità e una certa ripetitività commerciale ne limitano fortemente l'iniziale carica innovativa (appesantita oltretutto da una gergalità poco credibile e difficilmente attribuibile al vero movimento beat) , ma qua e là balzano all'occhio soluzioni di indubbia originalità, arricchite da quel pizzico di trasgressività che probabilmente era insita nel concept originario.
 

 E' però con la rivista Horror, fondata nel 1970 con Alfredo Castelli e pubblicata dal sempre coraggioso ed illuminato editore Gino Sansoni, che le capacità editoriali e fumettistiche di Carpi giungono alla loro naturale sublimazione, permettendogli di dare libero sfogo alle sue inclinazioni creative, sempre intrise di una certa vena macabro-esoterica e di quella malcelata insofferenza per la convenzionalità piccolo-borghese di quegli anni. Nel numero 14 di Horror un sedicente lettore bolognese gli chiese pubblicamente se fosse fascista, poichè sulla rivista aveva dedicato ampio spazio al filosofo Julius Evola - considerato ad un'analisi superficiale come un pensatore di destra - ma Pier Carpi ribattè che per lui Evola era il più grande filosofo vivente e, se il lettore lo considerava fascista, che facesse pure propaganda al fascismo!

 Al di là del suo evidente interesse per l'esoterismo e per la magia (che furono probabilmente i motivi principali per cui divenne massone), Pier Carpi era davvero così, troppo schietto e poco accomodante, e non si tirò indietro neppure quando, negli anni Ottanta, si trattò di difendersi dalla pesante accusa di essere un piduista ed un appartenente alla loggia massonica del Grand'Oriente d'Italia, con a capo il famigerato Licio Gelli (che comunque conosceva bene). Alla fine dell'inchiesta il suo coinvolgimento fu disconosciuto e le indagini archiviate perchè ritenute inconsistenti.


Del periodo d'oro della rivista Horror, non possiamo non sottolineare, oltre ai notevoli risultati ottenuti con alcuni dei suoi racconti e dei suoi liberi a fumetti, anche e soprattutto l'indimenticabile strip sulla strega Beatrice. Andatevi a cercare - e rileggetevi - le storielline della bella Beatrice, strega sfortunata in perenne autodafè, estatica e ieratica più dei santi o dei monsignori che affollano il teatrino metafisico della sua esecuzione e che se ne sta lì, con la sua casta nudità, ad osservare gli affanni e le facezie di diavoli ed inquisitori, e sarete d'accordo con me nel considerarla una strip unica nel suo genere... Un umorismo sottile e cinico dunque, con una naturale reticenza all'ostentazione che veniva magistralmente sublimato dal segno morbido e voluttuoso del grande Marco Rostagno, artista dotato di un indiscutibile talento grafico e tale da sembrarci ancora adesso moderno e gotico al contempo, elegante ed essenziale ma mai dimesso, e che la inarrivabile rivista di Carpi e Castelli sapeva bene come mettere in risalto.

 
Il sodalizio con Alfredo Castelli però non si esaurisce con la sospensione (davvero immeritata) della pubblicazione di Horror. Continuerà, infatti, dopo quasi un ventennio di assenza dal mondo dei fumetti, con la sua collaborazione alla più fortunata delle creature di Castelli, Martin Mystere, per il quale Pier Carpi sceneggia nel 1990 due episodi, L'eredità dei Teutoni e Il volto di Orfeo (numeri 160 e 161), e, sempre per la Bonelli editore, scrive anche diversi albi di Zona X. Tutto ciò, probabilmente, tra un intervallo e l'altro nella stesura dei numerosi successi letterari, dei quali val la pena ricordare tra i saggi Storia della Magia, I mercanti dell'occulto, Le società segrete e Il diavolo, e tra i romanzi Il romanzo di Diabolik, Sopra la nebbia, Cagliostro e Un'ombra nell'ombra.

Ricordiamo che di questi ultimi due titoli, Pier Carpi realizzò anche una versione cinematografica.
Cagliostro (una buona pellicola esoterico-avventurosa) fu diretto da Daniele Pettinari nel 1970 ed interpretato dall'allora famoso "Ulisse televisivo" Bekim Fehmiu e da Evelyne Stewart. Per Un'ombra nell'ombra(1979) la regia fu fatta dello stesso Carpi. Di questo film va detto che, nonostante la dignitosità dell'opera, nobilitata tra l'altro da un cast di livello decisamente elevato (Valentina Cortese, Irene Papas, Curd Jurgens, Lara Wendell, Marisa Mell e John Philip Law fra gli altri), il film ebbe tali e tanti contrattempi e problemi nella realizzazione e nella produzione che, alla fine, ne venne fuori qualcosa di decisamente diverso da quello che l'autore aveva in mente, con in più il grosso handicap di una distribuzione limitata e approssimativa.


Che si trattasse di una storia scomoda e, in un certo qual modo, poco politically correct non v'è dubbio, dato che vi si narrava delle peripezie di una giovane - nata dal connubio tra il demonio e una sacerdotessa satanista durante una messa nera - che era intenzionata ad attentare nientemeno che alla vita del Pontefice, ma che ciò meritasse un tale ostracismo o, ancor peggio, un vero e proprio obnubilamento, è rivelatore di una certa prevenzione nei confronti dell'ultima fase della parabola artistica di Pier Carpi.


C'è stato dunque un periodo in cui queste sue indiscutibili potenzialità artistiche gli sono state riconosciute e gli hanno fruttato premi e segnalazioni di grande prestigio come il Premio Bancarella, il Premio internazionale di giornalismo, il Premio Linus, il Gran Guinigi a Lucca e, in ambito cinematografico, la selezione a Cannes e a Venezia, ma si resta perplessi per la scarsa considerazione che al presente gli viene riservata.
 

 

martedì 4 agosto 2015

il mio cinema


NON HO SONNO di Dario Argento
e le mie variazioni di sceneggiatura  


NON HO SONNO (2001) di Dario Argento è un buon thriller a tinte forti, con molti effetti speciali, ambientato in una Torino cupa e notturna, che a tratti ricorda (volutamente) Profondo rosso. A mio parere, insieme a “La Sindrome di Stendhal”, l’ultimo film veramente ispirato che Argento abbia diretto…


In occasione della sua messa in onda su IRIS, giovedì 6 agosto ore 21,10, voglio segnalarvi una curiosità che mi riguarda e, specificamente, una variazione di sceneggiatura che proposi ad Argento durante la lavorazione del film. Tale variazione non fu poi attuata, ma resta la mia soddisfazione per aver partecipato ad un progetto così importante.


Di seguito la trama del film (senza spoiler):

A Torino, nel 1983. Vediamo il commissario Moretti (Max Von Sydow) accanto a Giacomo, che ha assistito inerme alla barbara uccisione della madre da parte di un sadico killer, ma non l’ha visto in volto. Eccessivo l’omicidio, in puro stile Argento-Stivaletti: un corno inglese usato per sfondare la trachea della donna. Con un salto temporale di diciassette anni, scopriamo che il killer - chiamato il nano assassino - non è morto come si pensava, ma torna a colpire, uccidendo due prostitute. Il vecchio commissario Moretti, che soffre d’insonnia ed è in pensione, si occupa del caso insieme a Giacomo (Stefano Dionisi), che torna a Torino per capire chi ha ucciso sua madre. Riprendono gli omicidi, tutti bizzarri, e il commissario si rende conto che si basano sulle le strofe di una vecchia filastrocca, ripresa da La fattoria degli animali e contenuta nel libro scritto dal presunto killer (La fattoria della morte), il nano, che era un autore di gialli. Il colpevole, come regola, sarà il meno prevedibile, dopo che il regista ci ha però fatto sospettare di tutti, persino del fantasma del vecchio killer (il nano Vincenzo)….


Questa è la variazione di sceneggiatura che avevo proposto, riguarda l’omicidio di Mel al vecchio lavatoio:

Alla toilette Mel chiama qualcuno al cellulare, sentiamo solo brani della conversazione:
“ Avevi ragione, la mia amica Lorena (è la prostituta uccisa sul treno) segnava tutti gli appuntamenti sull’agendina… l’ho trovato. Si chiama… (non si distingue il nome)”

“Brava! Bel lavoro! Adesso ci penso io… a quel bastardo gli scuciamo venti milioni, per cominciare!” è Beppe, il guardamacchine della stazione, a rispondere all’altro capo del telefono “…naturalmente dieci a me e dieci a te. Mi basta che tu mi “copra le spalle”, quello è uno con cui non scherzare! …il posto lo sai, fissiamo domani sera, alle 11…telefono subito.”

Mel sorride soddisfatta chiudendo la comunicazione, poi si rassetta un attimo e, svelta, esce dai bagni; si sente a disagio anche se non è entrato nessuno, è come se qualcuno la spiasse…
Mattinata successiva, esterno cimitero cittadino. Giacomo sistema dei fiori sulla tomba della madre; ha l’aria sconvolta e trasale sentendo la voce di Moretti – “Ero sicuro di trovarti qui, figliolo…sono passati degli anni, ma non sei il solo che non riesce a dormire sapendo che l’assassino di tua madre è ancora libero. Credimi, mi dispiace…ma forse puoi ancora aiutarmi…”



“Mi lasci in pace, Moretti. Ho già detto tutto alla polizia ed è servito a ben poco, visto che “il nano” è ancora in giro ad ammazzare gente!” replica Giacomo, mentre tenta di allontanarsi.

“A volte si trascurano dei particolari, degli indizi apparentemente insignificanti...” l’anziano poliziotto lo prende per il braccio “…ad esempio dei dettagli: sulle amicizie, sul lavoro…”

“Che vuole ci sia… mia madre era una donna tranquilla, insegnava musica e piaceva ai suoi alunni… da qualche parte devo avere ancora i loro quaderni, i loro compiti…”

“Giacomo, è tardi devo rientrare in università” è Dora che, sopraggiunta, li interrompe “lo vuoi il passaggio o torni con il signore?” “Vengo subito, Dora.” Giacomo ne approfitta per congedarsi “lo vede commissario, lei cerca aiuto da uno che si è pure fatto ritirare la patente… arrivederci”.

“…mi piacerebbe vederli, Giacomo…” soggiunge Moretti salutando i due giovani “..quei quaderni, intendo.”




Quella notte, presso il vecchio lavatoio, Mel rabbrividisce, poi con circospezione entra nel lugubre locale, è sempre in comunicazione con Beppe, al cellulare: “Sei sicuro che fili tutto liscio?” Beppe, che sta guidando da qualche parte, la rassicura: “Tranquilla! Nessun pericolo. Quello ha lasciato il denaro ed ora sta tornando a casa…non l’ho perso d’occhio un momento! Devi solo recuperare il pacchetto coi soldi e filartela. Adesso sta entrando in un’area di servizio…”
Mentre Mel si fa largo nello squallore dell’ambiente, un occhio malevolo la fissa dall’oscurità. La bella cubista si china per raccogliere l’involucro sotto la vasca, ma subito caccia un urlo, un ratto l’ha sfiorata. Spaventata, afferra il pacchetto e con ribrezzo si rende conto che nella mano le è scivolato un occhio umano! Di colpo si sente la musica di un carillon.



Mel, terrorizzata, corre verso l’uscita, ma il sibilo di una catena che le aggancia il fragile collo rompe il silenzio e la ricaccia nell’incubo. La figura apparsa dal nulla le è addosso, la ghermisce, inesorabile, e con violenza inaudita le sbatte il viso devastandolo contro il marmo freddo; una, due volte e poi ancora…mentre una voce dal tono infantile ripete: “prego, dammi l’agendina! Dammi l’agendina!…”



Beppe sta in auto all’area di servizio e non capisce cosa stia succedendo (al cellulare solo rantoli e gorgoglii) impreca perché ha perso di vista il ricattato, poi qualcuno batte al finestrino…”Che vuole?!..No! Non è possibile! Cristo, no! Non farlo, ti prego” urla, disperato….

Gianpaolo Saccomano

 


                                                                             
NON HO SONNO di Dario Argento (Personaggi ed interpreti principali):


Max Von Sydow: Ulisse Moretti

Rossella Falk: Laura De Fabritiis, madre di Vincenzo



Stefano Dionisi: Giacomo Gallo


Chiara Caselli: Gloria (Chiara sarà poi protagonista di un altro film a cui sono molto legato come sceneggiatore: "COVER BOY" di Carmine Amoroso)




Roberto Zibetti: Lorenzo Betti


Paolo Maria Scalondro: Commissario Manni


Gabriele Lavia: Avv. Betti


Roberto Accornero: Fausto


Daniela Fazzolari: Maria Luisa, fidanzata di Lorenzo


Barbara Lerici: Angela


Massimo Sarchielli: Leone


Diego Casale: Beppe


Alessandra Comerio: signora Betti


Elena Marchesini: Mel (la gattina)


Aldo Massasso: Detective Cascio


Barbara Mautino: Dora (la coniglietta)





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