"l' Arte è l'anfetamina del vivere
quotidiano" G. Saccomano





lunedì 28 settembre 2015

Cinema e Musica

Anteprima ROGER WATERS - THE WALL
recensione di GIANPAOLO SACCOMANO
 


 

 
In un momento particolarmente celebrativo per i Pink Floyd (e David Gilmour nello specifico), il geniale e controverso ex-bassista della band, Roger Waters, rilancia il suo capolavoro monumentale “THE WALL”. Il film-concerto, basato sulla esecuzione dal vivo della celebre opera rock, non ripropone soltanto la grandiosa performance che Waters ha portato trionfalmente in tour dal 2010 al 2013, ma lo attualizza e lo spettacolarizza ulteriormente, accentuandone le caratteristiche di viaggio metafisico nella vita e nella psiche dell’artista.

 
 
Waters afferma, giustamente, che The Wall è una sorta di seduta psicanalitica “in fieri” ed un tentativo di liberarsi dalla sofferenza interiore per la perdita di suo nonno (durante la Prima Guerra Mondiale) e di suo padre (nel corso della Seconda Guerra Mondiale).
 


 

Scavando nel profondo della propria storia personale e della propria sensibilità, Waters e il regista Sean Evans affrontano tematiche universali come la guerra, la perdita dei propri cari, l’amore e la vita e, soprattutto, il condizionamento sociale messo in atto dal potere.  

 


 
La testimonianza di un orfano di guerra si trasforma così in un’opera rock, connotata da un forte spirito politico e umanitario, costruita seguendo le regole del film-concerto, in cui le esecuzioni dei brani sono inframmezzate da riprese esterne.Particolarmente significativa la scena del bicchiere della staffa, in solitario di fronte ad un barman imbarazzato e con le carrellate introspettive all'interno delle abitazioni e dei luoghi della memoria  del vissuto di Waters. La pellicola rappresenta un eccellente esempio di rock-theatre, arricchita dalla notevole resa sonora e dagli effetti speciali accuratissimi.
 
 


 

Il film non trascura nessuna canzone del concept-album, comprese le parti non incluse nel disco del ’79 e il tutto è contrappuntato da un viaggio, a metà fra documentario e fiction, girato in Inghilterra, Francia e nella ns. Italia al cimitero di Cassino.  
Girato in 4K e con un suono Dolby Atmos fedelissimo si avvale di una fotografia nitida e strepitosa che lo impreziosisce ancor di più sostenendone  l'efficace montaggio.

 


 
Interamente basato su un'idea di ciclicità generazionale, che si apriva e concludeva con lo stesso concetto ideologico, il messaggio di “The wall” è purtroppo attualissimo per ciò che si sta verificando all’interno di quell’entità politica fantasma che è la nostra Europa e ribadisce lo stesso concetto che avevo espresso, con Stefano Ratti, nel mio romanzo GILGAMESH - zona editrice: “i muri più difficili da abbattere sono quelli che abbiamo
dentro”…
 
 
 
Non è necessario essere un fan dei Pink Floyd per entusiasmarsi e non riuscire a star fermo sulla poltrona senza farsi trasportare dalla spettacolare proiezione di un tale evento musicale, che consiglio assolutamente a chiunque voglia rendersi conto di che cosa si continuerà ad ascoltare in futuro tra i capolavori della Musica (con la M maiuscola!) di fine Novecento. 
 
 
A suggellare l'irripetibilità dell'evento troverete anche un'intervista inedita a Waters con Nick Mason (batterista dei Pink Floyd) che rispondono ad alcune domande dei fans.
Insomma andatelo a vedere; da noi è in proiezione martedì 29 settembre ore 20 in contemporanea mondiale e poi ancora il 30 e il 1 ottobre.
 

le immagini contenute in questo post sono utilizzate solo a titolo esplicativo e si riferiscono a foto di scena del film ; se ritenute lesive dei diritti di copyright verranno immediatamente rimosse su segnalazione.

martedì 15 settembre 2015

recensione mostra


ARTEXPO A SORESINA

(COLLETTIVA D’ARTE A TEMA CON EXPO 2015)

di Gianpaolo Saccomano

 

Nell’ambito delle iniziative collegate ad EXPO 2015 organizzate dal comune di Soresina, vi segnalo la collettiva a tema degli artisti locali che potrete visitare liberamente fino al 27 settembre nelle antiche sale del Palazzo del Podestà. Aderenti alle tematiche della terra e dell’alimentazione, troverete una nutrita rappresentazione dell’arte prevalentemente pittorica che, per nostra fortuna, ancora si agita nel substrato culturale cremonese.

In queste 120 opere esposte ce n’è davvero per tutti i gusti e non me ne vogliano gli artisti che non citerò, non certo per manchevole talento, quanto solo per questioni di spazio e di mia propensione all’Arte moderna e alla sperimentazione.

 

In questo senso colpiscono per sintesi ed efficacia le tele piegate di Giuseppe Zumbolo, le suggestioni lineari di Bruno Premoli e le composizioni materiche di Massimiliano Manenti.



Per Zumbolo e Premoli, artisti di cui seguo il percorso pittorico ormai da anni, si tratta evidentemente di un cammino laborioso, fatto di variazioni cromatiche che scandagliano una specie di viaggio interiore, dove l’artista non si abbandona all’istintualità tout-court, preferendo formulazioni spaziali composte e controllate, che acquistano significato emotivo attraverso variabili cromatiche e lineari, reminiscenze materiche e prevalenze tonali.
Di Premoli possiamo dire che, se il suo perseguire una valenza pittorica in cui il colore, la forma e la materia si sostituiscono alla figura e al disegno per destare emozioni e sensazioni pure, allora ha ormai raggiunto un certo grado di equilibrio interiore, che traspare dal segno lineare e quasi geometrico.


Di Zumbolo - senza dimenticarne le sculture dinamiche monocromatiche - segnalo in particolare la tela piegata “Naturalismo”, le cui nuances verdi e azzurre, proprio perchè accostate con delicatezza armonica  alle linee di piegatura, stabiliscono efficacemente una continuità pittorica, che partendo dal dripping, attraverso il fauve, giunge ad una matura serenità, emotivamente depurata dalle istintività, tipiche dell’informale.

 
Interessanti sono anche le composizioni (a collage di legnetti smaltati?) di Massimiliano Manenti che, tratteggiando sagome di animali, acquistano una tridimensionalità quasi tattile e i preziosi assemblamenti a mosaico di Numa che trasmettono vitalità ai suoi galletti, orsi e gatti feroci.


Nell’ambito del paesaggistico e del figurativo, che sono ben presenti nell’esposizione, segnalo il post-impressionismo di Roberto Dellanoce, con i suoi corsi d’acqua fatti di tonalità delicate e calde, suggeriti da pennellate leggere e colori sfumati, ma non dimentico il tradizionalismo bucolico delle terre padane, ben rappresentate dalle pezzature morbide ed equilibrate di Agostino Capetti, o dagli acquerelli trasparenti ed espansivi di Nicoletta R. Astori, capaci di luminescenze vivide e dinamiche, non così scontate nella pittura verista.

 

Più alternative e provocatorie le chine fumettistiche di Mattia Bissolotti, volutamente grottesche e disturbanti, un po’ in “stile Frigidaire” (cioè underground comics), dove vediamo un simpatico zombie semi-smembrato che si accinge all’orrido pasto di un cervello umano.
 
In tono un po’ sommesso, com’è un po’ nel suo carattere, le poche opere scelte da Uber (Umberto Gatti) conosciuto pittore che racconta il suo rapporto con l’umanità dipingendo soprattutto volti, le cui narrazioni segniche si sciolgono sulla superficie della tela in bande lineari, con effetti di colore umbratile e materico.


Uno stile cui si collega anche “il Favo”, opera interessante e d’effetto di Beppe Verani,cui si deve anche il volto di donna con la mascherina (je suis lantre), le cui tinte, volutamente suggerite in sequenza computerizzata, promettono un’intrigante e sensuale raffinatezza.


















Concludo ribadendo la validità di quasi tutte le opere esposte nella collettiva, con un cenno alla ruvidezza dei colori di Fusar Poli, che accosta spatolate verdi e rosse su corpi di donna e scene agresti, con istintualità naive e quasi aggressiva, contrapponendosi alla morbida delicatezza delle tinte tenui nei paesaggi di Roberto Dellanoce che, nonostante l’illuminazione delle volte del Podestà sia a tratti piuttosto debole, trasmettono tepore e serenità.




 espongono gli artisti:      
                             
ANTONELLA AGNELLO, FRANCA DE PONTI, MARISA BELLINI, NICOLETTA ASTORI, PAOLO CABRI, BRUNO PREMOLI, MASSIMILIANO MANENTI, UBER, ANGELO ZANI NUMA, GIORGIO ARMELLONI, GIUSEPPE ZUMBOLO, ROBERTO DELLANOCE, ANDREA GHISONI, AGOSTINO CAPETTI, PAOLO LENTI, MARINO TORTA, MATTIA BISSOLOTTI, PIERANGELO SOMENZI, PRIMO MAINARDI, LUCIANO TOSETTI, BEPPE VERANI, PIETRO ZOVADELLI, TIZIANO FUSAR POLI, LUCIO ARZUFFI, ETTORE MONFERRONI, ULISSE GUALTIERI

Presso le sale del Podesta' di Soresina (CR) Via Matteotti,6
 dal 12 al 27 Settembre 2015
"Artexpo Incontro 2015"
Collettiva di pittura scultura gastronomia musica

orario di apertura mostra:
Venerdì e sabato 17.30-19.00
Festivi 10-12 e 15-19