ARTEXPO A SORESINA
(COLLETTIVA D’ARTE A TEMA CON EXPO 2015)
di Gianpaolo Saccomano
Nell’ambito delle iniziative
collegate ad EXPO 2015 organizzate dal comune di Soresina, vi segnalo la
collettiva a tema degli artisti locali che potrete visitare liberamente fino al
27 settembre nelle antiche sale del Palazzo del Podestà. Aderenti alle
tematiche della terra e dell’alimentazione, troverete una nutrita
rappresentazione dell’arte prevalentemente pittorica che, per nostra fortuna,
ancora si agita nel substrato culturale cremonese.
In queste 120 opere esposte ce n’è davvero per tutti i gusti e
non me ne vogliano gli artisti che non citerò, non certo per manchevole talento,
quanto solo per questioni di spazio e di mia propensione all’Arte moderna e
alla sperimentazione.
In questo senso colpiscono per sintesi ed efficacia le tele piegate di Giuseppe Zumbolo, le suggestioni lineari di Bruno Premoli e le composizioni materiche di Massimiliano Manenti.
Per Zumbolo e Premoli, artisti di cui seguo il percorso pittorico ormai da anni, si tratta evidentemente di un cammino laborioso, fatto di variazioni cromatiche che scandagliano una specie di viaggio interiore, dove l’artista non si abbandona all’istintualità tout-court, preferendo formulazioni spaziali composte e controllate, che acquistano significato emotivo attraverso variabili cromatiche e lineari, reminiscenze materiche e prevalenze tonali.
Di Premoli possiamo dire che, se il suo perseguire una valenza pittorica in cui il colore, la forma e la materia si sostituiscono alla figura e al disegno per destare emozioni e sensazioni pure, allora ha ormai raggiunto un certo grado di equilibrio interiore, che traspare dal segno lineare e quasi geometrico.
In questo senso colpiscono per sintesi ed efficacia le tele piegate di Giuseppe Zumbolo, le suggestioni lineari di Bruno Premoli e le composizioni materiche di Massimiliano Manenti.
Per Zumbolo e Premoli, artisti di cui seguo il percorso pittorico ormai da anni, si tratta evidentemente di un cammino laborioso, fatto di variazioni cromatiche che scandagliano una specie di viaggio interiore, dove l’artista non si abbandona all’istintualità tout-court, preferendo formulazioni spaziali composte e controllate, che acquistano significato emotivo attraverso variabili cromatiche e lineari, reminiscenze materiche e prevalenze tonali.
Di Premoli possiamo dire che, se il suo perseguire una valenza pittorica in cui il colore, la forma e la materia si sostituiscono alla figura e al disegno per destare emozioni e sensazioni pure, allora ha ormai raggiunto un certo grado di equilibrio interiore, che traspare dal segno lineare e quasi geometrico.
Di Zumbolo - senza dimenticarne le sculture dinamiche monocromatiche - segnalo in particolare
la tela piegata “Naturalismo”, le cui nuances verdi e azzurre, proprio perchè accostate con delicatezza
armonica alle linee di piegatura, stabiliscono efficacemente una
continuità pittorica, che partendo dal dripping, attraverso il fauve, giunge ad
una matura serenità, emotivamente depurata dalle istintività, tipiche
dell’informale.
Interessanti sono anche le composizioni (a collage di legnetti smaltati?) di Massimiliano Manenti che, tratteggiando sagome di animali, acquistano una tridimensionalità quasi tattile e i preziosi assemblamenti a mosaico di Numa che trasmettono vitalità ai suoi galletti, orsi e gatti feroci.
Nell’ambito del paesaggistico e del
figurativo, che sono ben presenti nell’esposizione, segnalo il
post-impressionismo di Roberto Dellanoce, con i suoi corsi d’acqua fatti di
tonalità delicate e calde, suggeriti da pennellate leggere e colori sfumati, ma
non dimentico il tradizionalismo bucolico delle terre padane, ben rappresentate
dalle pezzature morbide ed equilibrate di Agostino Capetti, o dagli acquerelli
trasparenti ed espansivi di Nicoletta R. Astori, capaci di luminescenze vivide
e dinamiche, non così scontate nella pittura verista.
Più alternative e provocatorie le
chine fumettistiche di Mattia Bissolotti, volutamente grottesche e disturbanti,
un po’ in “stile Frigidaire” (cioè underground comics), dove vediamo un
simpatico zombie semi-smembrato che si accinge all’orrido pasto di un cervello
umano.
In tono un po’ sommesso, com’è un
po’ nel suo carattere, le poche opere scelte da Uber (Umberto Gatti) conosciuto
pittore che racconta il suo rapporto con l’umanità dipingendo soprattutto volti, le cui narrazioni segniche si sciolgono sulla superficie
della tela in bande lineari, con effetti di colore umbratile e materico.
Uno stile cui si collega anche “il Favo”, opera interessante e d’effetto di Beppe Verani,cui si deve anche il volto di donna con la mascherina (je suis lantre), le cui tinte, volutamente suggerite in sequenza computerizzata, promettono un’intrigante e sensuale raffinatezza.


Uno stile cui si collega anche “il Favo”, opera interessante e d’effetto di Beppe Verani,cui si deve anche il volto di donna con la mascherina (je suis lantre), le cui tinte, volutamente suggerite in sequenza computerizzata, promettono un’intrigante e sensuale raffinatezza.


Concludo ribadendo la validità di quasi tutte le opere esposte nella collettiva, con un cenno alla ruvidezza dei colori di Fusar Poli, che accosta spatolate verdi e rosse su corpi di donna e scene agresti, con istintualità naive e quasi aggressiva, contrapponendosi alla morbida delicatezza delle tinte tenui nei paesaggi di Roberto Dellanoce che, nonostante l’illuminazione delle volte del Podestà sia a tratti piuttosto debole, trasmettono tepore e serenità.
espongono gli artisti:
dal 12 al 27 Settembre 2015
"Artexpo Incontro 2015"
Collettiva di pittura scultura gastronomia musica
orario di apertura mostra:
Venerdì e sabato 17.30-19.00
Festivi 10-12 e 15-19
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