JAMES BOND e
IL FASCINO SOTTILE DEL CATTIVO
di Gianpaolo Saccomano
(2° parte)
(2° parte)
I villain Kananga/Mr.Big e Franz Sanchez, rispettivamente Yaphet Kotto in “Vivi e lascia morire” e Robert Davi in “Vendetta privata”, introducono elementi di contemporaneità e di realismo nelle attività criminali dei villain bondiani.
Sono infatti trafficanti di droga su scala mondiale, quindi sostanzialmente interessati al profitto personale, e per una volta lasciano in secondo piano i deliranti progetti di dominazione mondiale. In particolare, Robert Davi, bravo attore, specializzato in ruoli negativi, anche per via del suo caratteristico viso butterato, rimanda esplicitamente al vero narcotrafficante del cartello colombiano Pablo Escobar e conferisce un po’ di mordente alle non eccelse prestazioni dello 007 di Timothy Dalton, rubandogli spesso la scena e tratteggiando una temibile e convincente figura di criminale dei giorni nostri.
Se del Gustav Graves di Toby Stephens, invece, in “La morte può attendere” (2002) possiamo solo dire che è il solito uomo d’affari sofisticato, rude ed arrogante, che ha in progetto di annientare le difese della Corea del Sud per permettere l’invasione di quella del Nord e che la trasformazione estetica subita da Tai Sun Moon è assai poco credibile, maggiore attenzione la merita senz’altro Elliot Carver, il villain de “Il domani non muore mai” (1997), interpretato da un magistrale Jonathan Pryce, mai così viscido, cinico e spietato. Carver, che deve più di un dettaglio ispirativo al vero magnate delle comunicazioni mondiali Joseph Murdoch, è uno dei “signori” mediatici internazionali ed ha progettato di scatenare un conflitto tra la Cina e il Regno Unito per mezzo di una nave stealth (invisibile a radar e satelliti) che, con un sistema GPS modificato, affonda una fregata della marina inglese, addossandone poi la colpa ai cinesi.
Carver che, come molti dei villain che abbiamo appena citato, ha come vero scopo l’arricchimento ed il potere mondiale attraverso un aumento esponenziale dell’audience mediatica, ha però una peculiarità del tutto inconsueta per un cattivo bondiano: è regolarmente sposato con la bella e affascinante moglie Paris (Teri Hatcher), punto debole del suo team criminale, dato che lo tradirà di nuovo proprio con il Bond di Pierce Brosnan (con il quale aveva avuto una liason precedente). In tempi più recenti Max Zorin, Renard e Raoul Silva hanno saputo conferire alla sarabanda dei nemici di Bond, degli elementi di maggior aggancio con il business della tecnologia e della medialità, cui si aggiunge una variante di carattere psico-comportamentale.
Recentissimo (Skyfall, 2012) è poi il Raoul Silva interpretato da uno Javier Bardem, inquietante e problematico quanto il suo killer psicotico de "Non è un paese per vecchi", talmente sopra le righe da regalarci una performance attoriale simile a quella del Joker di Heath Ledger, sempre in bilico tra scherzo e crudele realtà. Il cyberterrorista, ex capo sezione MI6, è mosso da uno spietato desiderio di vendetta contro M e il servizio segreto britannico e per questo organizza azioni criminali di tutti i generi vendendole poi attraverso la rete informatica. Come i già citati Zorin e Renard, Silva è fisionomicamente sfigurato e mentalmente disturbato e conferisce una forte teatralità alle sue azioni: accenna ad una presunta omosessualità (altra novità per i villain di 007, anche se già Mr.Wint e Kidd, i tirapiedi di "Una cascata di diamati", sono di fatto una coppia gay...) e arriva al punto di riproporci visivamente una situazione del tutto simile alla fuga dalla cella di massima sicurezza di Hannibal Lecter ne "Il silenzio degli innocenti".
Giunti a questo punto ci chiediamo allora quale sia “il nemico per eccellenza” nella saga cinematografica bondiana e, concordiamo con la maggioranza dei fan, nel consegnare la palma della vittoria all’inneffabile Francisco Scaramanga, interpretato da Christopher Lee ne “L’uomo dalla pistola d’oro” (1974), uno dei momenti di massimo splendore della sua notevole carriera di attore. Un’interpretazione, quella di Lee, che conferisce un fascino notevole a questo super-killer, figlio di artisti del circo, raffinato ed acculturato, che pur avendo raggiunto l’apice del suo malvagio operato, si mette in gioco continuamente con un unico obiettivo: quello di uccidere James Bond, il suo nemico numero uno. Scaramanga diventa così una sorta di alter ego cattivo di 007: come lui ama il gusto e le belle donne, come lui si serve di una quantità di gadget tecnologici e possiede un auto esclusiva (un coupè American Motors) dotata di un dispositivo che le consente addirittura di volare, utilizza poi un’ arma piuttosto insolita (una pistola d’oro che si assembla con un accendino, un portasigarette e una penna)… ma, soprattutto, come lui possiede un indubbio magnetismo ed un’eleganza innata, che si esalta ancor più grazie alla sua fisicità mediterranea, contrapposta in maniera molto azzeccata al very british style di sir Roger Moore.
Colpisce molto l'idea di scegliere un sicario come immagine allo specchio per il nostro Bond: forse per contrastare l'uomo che uccide in nome del denaro ci vuole l'uomo che uccide in nome del suo paese. Ironia della sorte, sia Moore che Lee avevano cominciato insieme, venticinque anni prima, con una particina nel film Trottie True…
Concludiamo questo excursus (necessariamente limitato) sui cattivi bondiani, con una riflessione sul nostro eroe: James Bond è un po’ il “cattivo sublimato”… perché è cattivo in nome di un ideale,come Che Guevara, Fidel Castro, Gheddafi, Bin Laden, ed i loro simili, che hanno fatto i cattivi per una causa, giusta o sbagliata, di qualsivoglia ideologia. Non dimentichiamoci, infine, che dei sei interpreti di 007, Pierce Brosnan è stato il più sanguinario, uccidendo in media diciannove persone a film; George Lazenby, nonostante sia l’unico ad aver girato solo una pellicola nei panni di Bond, è stato il più fortunato con le donne (addirittura più di Sean Connery!); mentre, Timothy Dalton ha preferito eccedere in consumo di alcool, ma mai quanto Daniel Craig, l’attuale James Bond, che ha una percentuale incredibile di vodka-Martini ingurgitati! Questa è la vera seduzione di James Bond.. non è semplicisticamente l’essere spietato e in un certo qual modo “cattivo”… di cattivo, fatto fuori uno ne arriva subito un altro, pronto a prendere il suo posto. C’è sempre, insomma, un nemico da combattere, perché “il male” è sì duro a sconfiggersi ma è intrigante da vedere...
le immagini e i video contenuti in questo post sono utilizzate solo a titolo esplicativo e si riferiscono a foto e sequenze di scena dei film ; se ritenute lesive dei diritti di copyright verranno immediatamente rimosse su segnalazione
Nessun commento:
Posta un commento