recensione
THE NICE GUYS,
il buddy-movie a suon di alcool e sganassoni
di Gianpaolo
Saccomano (*)
The Nice Guys, 2016. USA, 116 min. Genere: poliziesco/commedia
Regia di Shane Black Starring: Russell Crowe, Ryan Gosling, Angourie Rice, Matt Bomer, Margaret Qualley, Yaya DaCosta, Keith David, Beau Knapp, Lois Smith, Murielle Telio, Jack Kilmer, and Kim Basinger
Quando si parla di “Buddy movie”, vengono in mente coppie
celebri tipo Lemmon e Matthau, Nolte e Murphy, Gibson e Glover. Shane Black, il
regista di “The Nice Guys” è, di fatto, l’inventore della Buddy-Cop Comedy dei
giorni nostri, vale a dire il poliziesco-action brillante con una strana coppia
di protagonisti (suoi sono gli script di Arma Letale e L’Ultimo Boyscout e la
regia di Iron man 3) e stavolta gioca la carta dell’ambientazione fine anni
Settanta per rinnovarne i fasti. Lo scenario di una Los Angeles alternativa e
soffocata dallo smog è molto suggestivo e le atmosfere seventies sono curate ed
azzeccate (detto da chi, come me, il periodo l’ha vissuto) anche se un pizzico
di sobrietà in più negli arredamenti sarebbe apparso più realistico. Anche
l’idea di far ruotare la vicenda pseudo-poliziesca attorno al mondo del porno
hollywoodiano, non certo originale, funziona sempre. Il valore aggiunto del
film è, naturalmente, dovuto alla coppia dei protagonisti: Crowe che,
nonostante la brutalità e la ruvidezza, si porta in giro quei suoi venti chili
in più con studiata simpatia e disinvoltura e Gosling che, per chi avesse avuto
dei dubbi, si rivela attore di ottima caratura e si scrolla da quella patina da
fighetto snob che un po’ gli si era appiccicata addosso con le ultime
pellicole.
Il binomio “picchiatore tutto d’un pezzo” che mena “di brutto” e
“investigatore privato scalcinato” combina-guai ed in costante stato di simpatica
ebbrezza, insomma, funziona alla grande ed è la vera ragion d’essere di questo
action-movie dalla improbabile sceneggiatura e dai personaggi stereotipati e
prevedibili. Una coppia di detective privati, male assortiti, si trova ad
investigare sullo strano suicidio di una famosa pornostar. A far da filo
conduttore alla complessa vicenda ci sono poi la fuga di Amelia, ragazza
socialmente impegnata contro l’establishment e un fantomatico porno-film che
denuncia lo strapotere senza scrupoli dell’industria automobilistica americana
e che fa strage di tutti coloro che hanno avuto a che farci. Altro non serve
per rendersi conto che la trama è un pretesto per assistere a gag ben riuscite
(quella di Nixon che appare in punto di morte è memorabile!) e a scene action
di ottimo livello. Insomma, un paio d’ore di divertimento ed entusiasmo
assicurato, dove il testosterone e l’amicizia maschile la fanno da padroni. Il
film regge bene anche grazie alle trovate un po’ “tarantiniane”, talvolta del
tutto inaspettate, nonostante i due protagonisti ogni tanto eccedano con lo
strizzare l’occhio allo spettatore (con qualche volgarità in eccesso).
Ad
appesantirlo ci sono soltanto la presenza un po’ ingombrante e troppo da
“grillo parlante” della solita giovane “figlioletta di turno che deve occuparsi
del padre immaturo ed in perenne crisi esistenziale” e la contorta ricerca
della fantomatica (ed insopportabile) Amelia in luoghi e situazioni del tutto
improbabili. Il cameo (perché altro non è…) di Kim Basinger in versione dark
lady (che forse vorrebbe riportarci ai fasti di L.A. Confidential) francamente
lo si poteva risparmiare e le bizzarrie ed eccentricità del mondo
para-hollywoodiano del porno anni settanta rifanno il verso smaccatamente ai
più riusciti party di Austin Powers e di Peter Sellers.
Agli imbonitori televisivi nostrani da servizio di chiusura
del telegiornale e a certa stampa superficiale e “gossipara” che ci hanno
sbandierato la coppia Crowe/Gosling come i nuovi Bud Spencer/Terence Hill del cinema mondiale,
consiglio di vedere il film con più attenzione cinematografica e meno occhio al
marketing ruffiano: la pellicola di Black è molto “american way” e con i
cazzotti e i meccanismi comici del duo
nostrano c’entra come i cavoli a merenda…
Last but not least: colonna sonora da urlo con, tra gli
altri, The Temptation, Earth Wind e Fire e America, (scusate se è poco!).
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